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DELL'AMORE, Giordano

Il Cairo, 30 novembre 1902 - Milano, 6 gennaio 1981

Figlio di un funzionario del Ministero degli esteri, rimane orfano della madre all’età di quattro anni. Trascorre gli anni dell’infanzia a Bologna; a Milano consegue nel 1919 il diploma di ragioniere all’Istituto tecnico Carlo Cattaneo.
Le modeste condizioni della famiglia lo obbligano a cercarsi un impiego e, negli anni della formazione superiore, lavora per alcuni istituti di credito, tra cui la Banca cooperativa milanese. Iscrittosi alla Bocconi nel 1919, si laurea nel 1923 e successivamente frequenta un corso di perfezionamento a Londra; tornato in Italia, sposa nel 1925 Jolanda Antonibon, compagna di studi secondari e universitari (la prima donna laureata in economia alla Bocconi). Si trasferisce per qualche tempo in Toscana, dove il suocero gli ha procurato un impiego privato di buon livello, ma presto torna a Milano, deciso a intraprendere la carriera accademica.
Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta Dell'Amore completa quindi la propria formazione scientifica e culturale. Sotto la guida di Gino Zappa e di altri docenti, tra cui Costantino Bresciani Turroni, si specializza come aziendalista attento ai temi monetari e alle prospettive macroeconomiche, temi destinati ad acquisire un rilievo significativo nei suoi scritti a datare dagli anni Cinquanta.
Agli anni Trenta risalgono le prime esperienze di insegnamento: nel 1932 ottiene un incarico presso l’Università cattolica di Milano, inaugurando una collaborazione ventennale con l’ateneo, dove insegnerà materie tecnico-aziendali fino al 1941-42 e successivamente, fino al 1951, economia e politica agraria. Conseguita la libera docenza nel 1934, a partire dal 1939 è docente ordinario all’Istituto superiore di commercio di Venezia (Ca’ Foscari). Negli stessi anni ricopre incarichi presso l’Università di Torino e il Politecnico di Milano, nel quale insegna Tecnica commerciale (1939-40) e Ragioneria industriale (1940-41) per il Corso superiore di politica e organizzazione delle imprese, diretto da Francesco Mauro e rivolto alla formazione dei dirigenti d’azienda.
 

L’evoluzione degli interessi di ricerca e degli impegni accademici trovano puntuale riflesso nelle pubblicazioni di questi decenni: dagli aspetti della produzione, consumo e commercio della lana – sua prima monografia (1934) – alle negoziazioni delle borse merci, dal credito fondiario al commercio dei prodotti agricoli, dalla valutazione degli impianti industriali al finanziamento della produzione agricola, dalla politica agraria alle transazioni commerciali internazionali in regime di contingentamenti. All'attività accademica e scientifica affianca inoltre negli anni Trenta e Quaranta la professione di commercialista.

In questi decenni Dell'Amore si inserisce stabilmente nei circoli accademici, intellettuali, professionali e imprenditoriali cittadini, destinati a riconquistare il ruolo di élite dirigenti alla caduta del fascismo. La frequentazione dell’Università cattolica e lo sviluppo di un rapporto personale con il cardinale Schuster gli permettono di seguire da vicino il dibattito interno alle diverse componenti cattoliche milanesi animatrici del futuro progetto democristiano: dal gruppo di Giuseppe Lazzati, Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani (con il quale stringe un rapporto di amicizia), Francesco Vito e Pasquale Saraceno – docenti nell’ateneo – alla corrente «guelfa» di Piero Malvestiti ed Enrico Falck, agli ex-popolari come i fratelli Meda, Giovanni Gronchi e Stefano Jacini. L’esercizio della professione, d’altra parte, moltiplica le sue relazioni negli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi: i primi segnali della reputazione acquisita sono l’incarico della gestione della Banca d’America e d’Italia durante il conflitto in qualità di sequestratario e, appena finita la guerra, la presidenza dell’Ordine dei dottori commercialisti della provincia di Milano, che manterrà fino al 1954.
Nel dopoguerra, forte della posizione e delle relazioni così costruite, in un lasso di tempo molto breve Dell'Amore si colloca al centro della scena pubblica locale e nazionale in ruoli di visibilità e responsabilità crescenti, capace di proporsi come interprete e interlocutore qualificato nella definizione dei progetti di ricostruzione e sviluppo del paese.
Nel 1946 è nominato membro della Deputazione provinciale di Milano. Designato presidente nel 1948, è riconfermato tre anni dopo per diretta investitura elettorale nel quadro del nuovo ordinamento amministrativo e conserva il mandato fino alle dimissioni, nel 1952. In quegli stessi anni è membro e poi presidente della Consulta economica provinciale della Camera di commercio di Milano e presidente del collegio sindacale di Mediobanca dal 1946 al 1958. Quando arriva al vertice della Cassa di risparmio delle province lombarde, nel dicembre 1952, Dell'Amore ha pertanto accumulato un vasto bagaglio di conoscenze del territorio, sperimentato possibilità e limiti degli strumenti d’intervento sulla realtà economica e sociale, apprezzato vantaggi e svantaggi di un ruolo politicamente esposto.