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BONDI, Massimo (Max)
Massimo (Max) Bondi, imprenditore e finanziere toscano, fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento possiede pacchetti azionari in vari settori d'impresa. A capo prima della Piombino e poi dell'Ilva, è tra i protagonisti della siderurgia italiana, tra momenti positivi (fase bellica) e, in seguito, di grave crisi: fugge all'estero e se ne perdono le tracce. -
BONO, Gaudenzio
Gaudenzio Bono, ingegnere e manager, svolge l'intera carriera alla Fiat; nel Secondo dopoguerra, quando il vertice dell'azienda, rappresentato da Agnelli e Valletta, è colpito dai provvedimenti di epurazione per il coinvolgimento con il Regime fascista, garantisce la continuità organizzativa e operativa all'impresa; ricopre in seguito le cariche di Amministratore delegato e Vicepresidente. -
BORGHI, Giovanni
Giovanni Borghi, milanese di famiglia operaia, è l'emblema del self made man italiano, di cultura modesta ma sagace, pragmatico e creativo, burbero e paternalistico in azienda. Nel Secondo dopoguerra acquisisce la Ignis e, a forza di tenaci e innovative sperimentazioni tecnologiche, ne fa la grande fabbrica di frigoriferi del "boom" economico. -
BORLETTI, Senatore
Senatore Borletti, milanese, inizia la carriera nell'impresa del padre con il commercio dei filati; fra i suoi interessi imprenditoriali e finanziari annovera negli anni, in diversi settori, il gruppo Dell'Acqua in Argentina, La Rinascente, il quotidiano «Il Secolo», la Arnoldo Mondadori editore e la Snia Viscosa. -
BORSALINO, Giuseppe
Giuseppe Borsalino, piemontese, sin da giovanissimo si interessa alla lavorazione dei cappelli, perfezionando in Italia e all'estero la conoscenza del mestiere. Poco più che ventenne, costituisce ad Alessandria, con il fratello Lazzaro, il nucleo di quello che diventerà uno dei più importanti cappellifici mondiali.