OSIO, Arturo
Da Berlino a Lisbona
Gli anni Trenta segnano il decollo della Bnl. Alla base di questa rapida ascesa c’è l’accorta strategia di espansione territoriale attuata da Osio attraverso una politica di salvataggi iniziata nel 1929 – con l’assorbimento delle filiali di Gorizia e Trieste della Banca di credito di Lubiana –, e continuata senza interruzioni per tutto il decennio successivo. Questa politica, che sfrutta il periodo assai difficile attraversato dal sistema bancario italiano, è resa possibile dalle funzioni pubbliche di sostegno e sviluppo dell’economia attribuite alla Bnl dal Regime: queste funzioni si traducono in un’opera di recupero e gestione di istituti di credito in precarie condizioni finanziarie, condotta in stretta collaborazione con il Ministero delle Finanze, il quale garantisce, attraverso il Tesoro, la copertura finanziaria delle perdite. Sempre grazie al supporto del Tesoro, Osio avvia nel corso degli anni Trenta anche un programma di apertura di nuove filiali, che passano così dalle 31 del 1929 alle 98 del 1938, distribuite sull’intero territorio nazionale. Vengono create alcune filiali anche nelle colonie – in Africa orientale e in Albania – mentre vengono istituiti uffici di rappresentanza a Berlino, New York, Buenos Aires e Lisbona.
Anche le vicende politiche e la situazione economica che caratterizzano il paese negli anni fra le due guerre giocano un ruolo determinante nello sviluppo della Bnl. L’intuizione di Osio di orientare la banca verso un settore, quello dei servizi per gli enti pubblici, in rapida espansione e al riparo dagli effetti della grande crisi, si rivela decisiva per consolidare lo sviluppo del nuovo istituto: il progetto si realizza proprio mentre la leadership del sistema bancario italiano, rappresentata dalle tre grandi banche miste – Banca commerciale italiana, Credito italiano e Banco di Roma –, viene travolta dalla crisi e si trova in seguito, dopo i salvataggi compiuti dallo Stato, a dover gestire una faticosa riconversione della propria attività.
Una banca sempre più forte
La protezione assicurata al nuovo istituto dal Ministero dell’Economia e da quello delle Finanze è un altro fattore che contribuisce al rafforzamento della Bnl; la realizzazione del progetto, tuttavia, non mette al riparo Osio (che fin dal 1926, con l’allontanamento di Farinacci dalla segreteria del partito fascista, ha perso la sua unica protezione politica) dagli attacchi personali provenienti dagli ambienti bancari italiani: dalla Banca d’Italia e persino dall’Iri, divenuto in seguito alla legge bancaria del 1936 l’azionista di riferimento delle ex banche miste, ora trasformate in istituti di credito ordinario. Ciò nonostante, l’indiscutibile successo ottenuto nel consolidare la Bnl come punto di riferimento della politica finanziaria e creditizia del Regime, permette a Osio di resistere alla guida della banca fino al gennaio del 1942, quando viene infine sostituito – per volontà di Mussolini – da uno dei suoi principali avversari, l’Amministratore delegato della Banca Commerciale Alberto D’Agostino.
Negli anni successivi alla caduta del Regime e alla fine della guerra Osio, pur non abbandonando il mondo bancario, non riesce a riacquistare un ruolo da protagonista negli ambienti finanziari nazionali. Dopo una breve parentesi in Africa, dove cura gli interessi di alcune imprese italiane, assume la Presidenza di un piccolo istituto di credito, la Banca Scaretti, poi divenuta Banca romana, che conserverà fino al 1967.
Muore l’anno successivo, all’età di 78 anni.
Risorse bibliografiche
A. Scialoja, Arturo Osio (1890-1968), in, I protagonisti dell’intervento pubblico in Italia, a cura di A. Mortara, Milano, Franco Angeli, 1984;La crescita di una banca di Stato durante la grande crisi 1929-1936, saggio di G. Toniolo, documenti a cura di M. R. Ostuni, Firenze-Roma, Giunti-Bnl Edizioni, 1998; V. Castronovo, Storia di una banca: la Banca nazionale del lavoro nell’economia italiana (1913-2003), Torino, Einaudi, 2003.