Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

PIRELLI, Giovanni Battista

Cortile dello stabilimento Pirelli di via Ponte Seveso a Milano, 1890 (Fondazione Pirelli, Archivio storico, Fondo Documenti per la storia delle Industrie Pirelli)

 
 

L’esperienza politica
A partire dalla seconda metà degli anni Settanta, Pirelli affianca all’attività imprenditoriale l’impegno nella vita politica milanese. Nel 1877 entra a far parte del consiglio comunale, dove resterà fino al 1889, occupandosi in particolare dei problemi del quartiere dove abitava e dove ha sede la fabbrica. Nello stesso periodo, dal 1879 al 1886, e poi nel biennio 1889-90, è anche consigliere della Camera di commercio cittadina. Nel 1883 è membro della commissione esaminatrice, formata da tecnici e industriali, del nuovo piano regolatore edilizio della città, e presenta una relazione in cui sottolinea la necessità di garantire migliori collegamenti fra il centro cittadino e le aree industriali del circondario. L’esperienza politica maturata in questi anni serve a Pirelli anche nella risoluzione di uno dei problemi che più influiscono sullo sviluppo dell’azienda, ossia quello delle tariffe doganali sui prodotti di caucciù. Al momento della fondazione della società, il regime vigente non offriva praticamente alcuna protezione dalla concorrenza estera, assai più avanzata sul piano tecnico, né i tentativi compiuti negli anni seguenti di riformare la tariffa doganale sui prodotti in gomma avevano ottenuto grande successo. Insieme ad altri imprenditori di orientamento protezionista, riuniti nel Circolo industriale e commerciale di Milano, Pirelli si rende protagonista di una efficace azione di lobbying nei confronti degli ambienti politici nazionali impegnati nella discussione sulla riforma della tariffa doganale, poi entrata in vigore nel 1887, sia attraverso le petizioni inviate in parlamento, sia come membro del comitato direttivo di una nuova rivista, l’«Industria». Con la nuova tariffa l’industria della gomma vede per la prima volta riconosciuta l’esigenza di una protezione, sia pure non elevata, dei propri prodotti.

 

Nave Citta' di Milano mentre entra nel porto di Taranto, 1890 (Fondazione Pirelli, Archivio storico, Fondo Documenti per la storia delle Industrie Pirelli)

 
 

Un nuovo prodotto: il pneumatico
Nel corso degli anni Ottanta dell’Ottocento Pirelli inizia a interessarsi ai nuovi prodotti richiesti dal nascente settore elettrico: nel 1881 avvia la produzione industriale di conduttori elettrici e nel 1883 quella di cavi elettrici subacquei. A partire dal 1887 posa i primi cavi telegrafici sottomarini nel Mar Rosso e nel Mediterraneo per conto del governo italiano, una commessa cui fa seguito, nel 1888-90, l’incarico da parte del governo spagnolo di costruire e immergere una serie di linee telegrafiche fra la Spagna, le Baleari e il Marocco. La Pirelli & C. fa così il suo ingresso in un campo di attività fino ad allora monopolio assoluto, con la relativa tecnologia, di poche compagnie inglesi. Per sostenere questo nuovo business, viene appositamente costruito nel 1896, presso La Spezia, il primo stabilimento di cavi sottomarini sul continente europeo, e contemporaneamente entra in servizio la nave posacavi “Città di Milano”. Nel decennio successivo, intuendo le grandi potenzialità di un nuovo prodotto appena apparso sul mercato – il pneumatico – Pirelli impegna l’azienda in quello che diventerà uno dei settori più importanti per la sua evoluzione futura: nel 1890 inizia la produzione di pneumatici per biciclette e nel 1901 avvia la produzione industriale di pneumatici per automobili e motocicli.
La strategia di Pirelli si caratterizza fin dai primi anni di vita dell’azienda per l’abilità nel costruire solide relazioni con le maggiori imprese a livello internazionale – le inglesi Henley Telegraph e Eastern Telegraph per i cavi telegrafici, l’americana Western Telegraph dal 1898 per i cavi telefonici – al fine di acquisire tecnologia e know how, e conservare una continua attenzione ai mercati internazionali: a partire dal 1891 più del 20% della produzione degli stabilimenti italiani della Pirelli trova sbocco all’estero, soprattutto in Spagna, Portogallo e Inghilterra, e la proporzione cresce costantemente fino a superare il 40% dopo il 1910. La fase favorevole attraversata dal mercato della gomma ai primi del secolo viene così sfruttata dall’impresa, che registra una notevole crescita del fatturato. Per adeguare i mezzi della società ai nuovi impegni e alle nuove dimensioni, Giovanni Battista Pirelli ricorre a ripetuti aumenti di capitale che permettono l’ampliamento della rete commerciale e, soprattutto, la costruzione di un nuovo grande stabilimento nell’area di Milano-Bicocca, che viene completato nel 1908. A partire dall’inizio del secolo diventa più incisiva anche la penetrazione del mercato internazionale, tramite il ricorso a massicci investimenti legati alla creazione di partecipate e all’apertura di impianti produttivi all’estero: nel 1901 viene costruito uno stabilimento in Spagna e nel 1913 uno in Inghilterra per la produzione di cavi elettrici; nel 1909 viene creata una filiale commerciale inglese, e nel 1910 vengono aperte filiali a Buenos Aires, Bruxelles e Parigi. Negli stessi anni cresce costantemente la produzione di pneumatici per autovettura: alla vigilia della Prima guerra mondiale questa linea di prodotto arriva a rappresentare un quarto del fatturato della società milanese.