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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

BRUNO, Luigi

Oltre i confini dell’industria privata
Per tutti gli anni Cinquanta Bruno è uno degli uomini più influenti del settore elettrico, membro del consiglio direttivo dell’Anidel – l’associazione di categoria – dal 1945 al 1962 e vicepresidente dal 1955 al 1962. Il suo potere arriva anche oltre i confini dell’industria privata, quando fa nominare un suo uomo di fiducia, Bruno Bianchi (direttore generale della Romana di elettricità), alla testa della Finelettrica, la finanziaria dell’Iri per il settore elettrico.
La nazionalizzazione dell’industria elettrica, nel 1962, trova la Centrale largamente impreparata alla riconversione. La Direzione della holding non ha infatti allo studio alcun progetto alternativo alla comoda rendita costituita dalla vendita dell’elettricità. I 120 miliardi di lire ricevuti dallo Stato quale indennizzo per la nazionalizzazione delle sue imprese vengono impiegati acquistando, senza un piano preciso, partecipazioni nei più svariati settori industriali, dal comparto alimentare (Arrigoni) a quello degli elettrodomestici (Triplex), nel settore della distribuzione, nei grandi lavori pubblici (Cogefar e Trafori) e nell’edilizia residenziale (Habitat). Il risultato di queste scelte si rivela il più delle volte deludente, se non addirittura disastroso, e nella seconda metà degli anni Sessanta la holding ancora guidata da Bruno appare uno strumento finanziario inadeguato alle scelte strategiche dei gruppi industriali che fanno capo alla vecchia proprietà: si consuma così il disimpegno dei Pirelli e, in seguito, degli Orlando, dalla Centrale, e alla fine degli anni Sessanta anche Bruno decide di lasciare la Direzione della finanziaria.
Per anni uno dei personaggi più potenti del mondo economico italiano, membro della giunta esecutiva della Confindustria dal 1961 al 1968, membro del Comitato permanente per i problemi del Mezzogiorno e delle Isole della Confindustria, membro del direttivo dell’Assonime e del comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana, Bruno, ormai settantenne, resta ancora impegnato in alcune imprese: la società Imprese elettriche d’oltremare, l’Alpina s.p.a. (delle quali è presidente), la Sina (Iniziative nazionali autostradali) e la Satap (Società autostrade Torino-Alessandria-Piacenza, di cui è vicepresidente), la Cofina (della quale è Amministratore delegato) e la Pirelli (nella quale ricopre ancora la carica di consigliere).
Muore a Milano all’inizio del 1971.

 

Risorse bibliografiche
S. Cingolani, Le grandi famiglie del capitalismo italiano, Roma-Bari, Laterza, 1990, pp. 170-171; F. Conti, Le vicende del gruppo La Centrale, in Storia dell’industria elettrica. Vol. 3** Espansione e oligopolio.1926-1945, a cura di G. Galasso, Roma-Bari, Laterza, 1993.