Alberto Beneduce, manager pubblico, dopo la crisi del 1929 progetta e guida l'intervento statale organico nell'economia con la costituzione dell'Istituto per la ricostruzione industriale (Iri), nel 1933; nel settore privato, presiede la finanziaria Bastogi e altre società del gruppo fino alla morte (1944).

Antonio Stefano Benni, imprenditore e politico piemontese, da apprendista di officina diventa socio e presidente della Marelli (dal 1923 al 1945); è deputato, presidente della Confindustria dal 1922 al 1933, Ministro delle comunicazioni dal 1935 al 1939, presidente e consigliere di amministrazione di numerose imprese pubbliche e private.

Esponente di una famiglia attiva nel settore tessile fin dal sec. XVI, Cesare Bevilacqua comincia a lavorare nell'impresa nel corso del primo decennio del Novecento, con una particolare attenzione alla prospettiva internazionale sia dei mercati di smercio che degli stili e con l'introduzione nel campionario di stoffe di alta qualità. Nel 1953 inizia una importante collaborazione con la stilista Giuliana di Camerino, la cui interruzione negli anni Settanta causerà la perdita di una fondamentale componente del fatturato.

Maria Bigarelli, di umilissime origini, nel Secondo dopoguerra trasforma una bottega artigianale per la produzione di maglierie a Carpi (Modena) in una impresa industriale, creando un modello di sviluppo per l'industria tessile dell'area, che diviene oggetto di diffusa emulazione da parte di altre imprenditrici dello stesso comparto.

Arturo Bocciardo, manager ligure, all'inizio degli anni Venti è al vertice dei grandi complessi siderurgici della Terni e dell'Ilva, dei quali gestisce il passaggio al settore pubblico nel 1934; nominato Senatore, è tra gli artefici del "piano autarchico" per la siderurgia nazionale e, dal 1937, Presidente della Finsider, la finanziaria dell'Iri per il settore. Lascia ogni incarico pubblico alla fine della guerra.