Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

Archivio di Stato di Genova

Soggetto Conservatore
  • Denominazione

    Archivio di Stato di Genova
  • Tipologia

    - archivio di Stato
  • Descrizione

    Nella storia degli archivi della repubblica di Genova indipendente una data ha particolare importanza: l'anno 1528. L'anno, cioè, che vide l'inclusione dello Stato nel sistema politico degli Asburgo e segnò, con l'affermarsi del regime aristocratico, il nascere di nuovi ordinamenti amministrativi e di uffici che della loro attività avrebbero lasciato consistente ed ordinata traccia negli archivi. Per i tempi anteriori, soprattutto per il comune consolare e podestarile nonché per quello dei capitani del popolo, pur non mancando documenti, non si conservano vere serie organiche; le prime di queste, purtroppo spesso incomplete, risalgono all'inizio del cosidetto dogato a vita, vale a dire all'epoca di Simon Boccanegra (1340) [Simon Boccanegra fu doge dal 1339 al 1344 e dal 1356 al 1363] tra le più articolate e continuative quelle relative all'attività degli organi dell'amministrazione finanziaria e di controllo, le cui competenze appaiono anche meglio definite [Va avvertito che i fondi relativi all'amministrazione della città per la Stessa epoca si conservano tuttora nell'archivio del comune: così quelli dei Padri del comune, dei Censori, dell'Abbondanza, dei Provisori del vino e, in parte, dei Conservatori del porto e del molo] Altre due date, il 1805 ed il 1815 - quella dell'annessione all'impero francese e quella dell'annessione al regno sardo - rappresentano altrettanti momenti particolari della vita politico-amministrativa di Genova . Pochi anni dopo l'annessione al regno sardo, e precisamente nel 1817, venne costituito l'Archivio di Stato governativo di Genova . In esso vennero allora concentrati l'Archivio segreto e l'Archivio palese del governo riferentisi al periodo degli antichi regimi, gli archivi delle magistrature minori, nonché quello della Eccellentissima camera, che, fino a quel momento, avevano avuto sede nel vicino palazzo ducale. Erano questi i depositi documentari che indubbiamente rappresentavano la struttura fondamentale degli archivi dello Stato, anche se depauperati di intere preziose serie trasportate in Francia all'epoca napoleonica e restituite a più riprese; in qualche caso solo dopo l'ultimo conflitto mondiale (1953). Ma se i predetti depositi costituivano il nucleo essenziale dell'archivio della repubblica, cui dovevano man mano aggiungersi le serie versate dai vari uffici locali del nuovo Stato italiano, si deve notare come essi non avrebbero potuto fornire che un quadro incompleto della vita politica ed amministrativa del passato ove non fossero stati affiancati dall'archivio della casa di S. Giorgio, acquisito nel 1881, e da quello del collegio notarile, versato nel 1821. Il primo, infatti, testimone dell'attività di un banco che il Machiavelli considerava uno Stato nello Stato, troppa importanza aveva avuto nella vita della repubblica, sia per peso finanziario, sia per il governo diretto di regioni e colonie, perché fosse possibile non curarne la conservazione del patrimonio archivistico; mentre soltanto l'altro, con le sue preziose imbreviature risalenti al sec. XII, le più antiche che si conoscano al mondo, poteva far conoscere gruppi di documenti politico-amministrativi - ad esempio le deliberazioni del consiglio degli anziani e gli atti dell'officium robariae - affidati per la loro redazione al notaio, ad un tempo rogatario di atti privati e cancelliere di pubbliche magistrature, che in qualche modo potessero colmare le lacune lasciate dalla frammentaria documentazione superstite per il periodo compreso fra gli inizi del regime comunale e l'instaurazione della repubblica aristocratica. L'archivio ha una degna sede nell'antico palazzo del podestà; ma, per mancanza di spazio, diversi fondi sono ammucchiati in locali inidonei: questo contribuisce a spiegare lo stato di disordine in cui si trovano soprattutto i documenti del periodo napoleonico.
  • Sede principale:

    Si
  • Indirizzo:

    Sede principale: piazza Santa Maria in Via Lata 7 - 16128, Genova
  • Contatti (tel, fax, indirizzo di posta elettronica)

    010537561, 0105375636, as-ge@beniculturali.it
  • Servizio di consultazione

    Si

    Orari di apertura: Lun. Mar. Ven.: 8,30-14,00. Merc.- Giov.: 8,30-17,20. Sab.: 8,30-13,50

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