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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

MACERATA, Emidio

Sono anni di crescita vivace della domanda e, per soddisfare la richiesta di calzature più economiche proveniente anche da grandi magazzini, viene creato il marchio Lion. Fra il 1958 e il 1960, con circa 30 operai, l'azienda produce fino a 300-400 paia di scarpe al giorno. La commercializzazione è affidata a rappresentanti, inizialmente per l’Emilia-Romagna, il Lazio, Napoli e il Piemonte. La sede produttiva si rivela presto inadeguata e nel 1960 Macerata dà inizio alla costruzione di un moderno stabilimento alla periferia del paese, con accorpata una palazzina per gli uffici dell'azienda e gli appartamenti dei proprietari. La fabbrica, in funzione dal 1962, è l'impianto industriale più grande di Sant’Elpidio a Mare, data la prevalenza nell'area calzaturiera di aziende di piccolissima dimensione.
Fino al 1973 le vendite segnano una crescita sul mercato interno e, soprattutto, all’estero, in Belgio e Germania. Le calzature per bambini Mirella sono esposte nelle principali mostre nazionali e internazionali e pubblicizzate tramite inserzioni sulla stampa, al cinema e alla televisione. Nelle due fabbriche di Macerata (il laboratorio cittadino è dedicato alla produzione a marchio Lion e lo stabilimento alla produzione delle calzature Mirella) lavorano oltre 200 persone, comprendendo in questo numero anche le orlatrici a domicilio, reclutate nell'area del distretto.
Nel decennio 1970 i figli dei fondatori assumono responsabilità crescenti nell'impresa e orientano la produzione sui mutamenti della domanda. Dal 1978 viene lanciata una nuova calzatura sportiva con tomaia in pelle e fondo in caucciù: la Stratos, sostenuta da un'imponente campagna di marketing, ottiene un notevole successo di vendite, imponendo la creazione di un nuovo reparto e il potenziamento della rete commerciale.

 

 

Le calzature Lion, - che puntano a un segmento di mercato di bassa qualità - registrano invece una flessione di vendite e la famiglia dei proprietari prospetta la chiusura della vecchia fabbrica; Macerata si impegna invece dal 1977 in prima persona nella riorganizzazione della produzione, riscattando le quote dei fratelli e ribattezzando l’azienda – trasformata in società per azioni - con il nome di Mirella Condor; la ristrutturazione consente all'imprenditore di portare la produzione da 200 a 1000 paia di scarpe al giorno, ma la situazione crea frizioni all'interno della famiglia; la linea di produzione di bassa qualità registra infine una progressiva crisi nel decennio seguente.

All'inizio degli anni Ottanta esce di scena la prima generazione di imprenditori e nel 1988 viene costituita una nuova società, la Mirella srl, la cui gestione è affidata agli esponenti della nuova generazione.
Macerata muore a Sant’Elpidio a Mare nel 1996.
 
Fonti e bibliografia:
Mirella, Fermo, tipografia “La Rapida”, 1973; Ieri, oggi, domani … Mirella, Fermo, tipografia “La Rapida”,sd [1985]; L’industria calzaturiera marchigiana. Dalla manifattura alla fabbrica, a cura di S. Anselmi, Fermo, Unione industriali del Fermano, 1989; P. Sabbatucci Severini, Il distretto calzaturiero marchigiano (1910-1960): alle origini di una grande affermazione, e M. Moroni, Da protoindustria urbana a sistema produttivo locale. Il distretto calzaturiero marchigiano, entrambi in  Comunità di imprese. Sistemi locali in Italia tra Ottocento e Novecento, a cura di F. Amatori e A. Colli, Bologna, Il Mulino, 2001.