Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

HOEPLI, Ulrico

Forte legami con l’Italia e la Svizzera
Nei primi anni del secolo l’impresa registra un consistente sviluppo, oggi difficilmente documentabile, data la distruzione dell’archivio avvenuta durante la Seconda guerra mondiale. La conferma viene sia dall’ampliamento progressivo della libreria, sia dalle numerose donazioni alla città di Milano che gli valgono, nel 1913, la Medaglia d’oro del Comune e la cittadinanza onoraria. Questa funzione di mecenate caratterizza l’attività di Hoepli non solo nei confronti della sua città di adozione, a cui nel 1922 dona la Biblioteca popolare “Ulrico Hoepli” e nel 1930 – nell’ambito delle celebrazioni per il sessantenario del suo arrivo in Italia – l’edificio e l’impianto di un planetario, realizzato interamente a sue spese, sito in corso Venezia, ma anche nei confronti della sua terra di origine, con cui mantiene solidi rapporti. È del 1911 l’istituzione a Zurigo della Fondazione Hoepli, finanziata con 100.000 franchi svizzeri, per il sostegno alle istituzioni e iniziative di pubblica utilità che si adoperano per promuovere le scienze e le arti in Svizzera.
La Prima guerra mondiale costituisce per i progetti editoriali di Hoepli una pesante battuta d’arresto e comporta un netto ridimensionamento dell’attività, sia per l’aumento delle spese per i trasporti e le materie prime come la carta, sia per le difficoltà a raggiungere la consistente clientela estera. A farne le spese sono i progetti editoriali più ambiziosi e di lungo periodo, a cominciare dalle grandi opere, mentre non registra contrazioni la produzione dei manuali, meno costosi e più richiesti dal mercato italiano.
Il ritorno alla normalità, alla fine della guerra, appare lento e difficile. Per assicurare continuità alla sua impresa Hoepli, che non ha figli, costituisce nel 1923 una società anonima tutta familiare, designando come direttori, e in seguito suoi successori, i nipoti Carlo Hoepli ed Erardo Aeschlimann, già impiegati a tempo pieno nell’azienda. Per sé riserva la carica di gerente responsabile, continuando sino alla morte a tenere saldamente le redini dell’impresa.

 

Ordine e stabilità
La sua adesione al Fascismo, alla conclusione delle violenze squadristiche e all’indomani dei Patti lateranensi, rappresenta prima di tutto la piena condivisione dei programmi e obiettivi di ordine e stabilità sociale propagandati dal Regime. Non stupisce quindi l’assunzione, nel 1933, dell’edizione completa degli Scritti e discorsi di Benito e Arnaldo Mussolini, a cura di V. Piccoli, che, oltre a testimoniare il credito raggiunto dalla casa editrice nel mercato nazionale e presso le istituzioni, porta un consistente afflusso di liquidità in un momento difficile per l’impresa editoriale. L’opera, pubblicata in 12 volumi dal 1933 al 1939, ha una tiratura di 53.000 copie.
Gli ultimi anni di attività vedono la ripresa delle grandi opere, tra cui la Storia dell’arte italiana di A. Venturi e la pubblicazione in facsimile del Codice virgiliano di Petrarca, edito nel 1930 in occasione del bimillenario della nascita di Virgilio. Ormai vecchio ma non privo di progetti, Hoepli continua a seguire e dirigere due passaggi significativi per la casa editrice, la redazione del Catalogo storico e il trasferimento della libreria dalla vecchia sede nella galleria De Cristoforis alla nuova in via Berchet.
Non vede il compimento dei due progetti: muore a Milano all’inizio del 1935. 

Risorse bibliografiche
Su Hoepli e la sua impresa si rimanda a Ulrico Hoepli 1847-1935, editore e libraio, a cura di E. Decleva, (con contributi di E. Decleva, J. Jung e A. Gigli Marchetti), Milano, Hoepli, 2000.