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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

PIRELLI, Alberto

Fotografia di Alberto Pirelli mentre risale su un battello il Rio delle Amazzoni durante il suo viaggio nelle Americhe del 1904 (Fondazione Pirelli)

 
 

Milano, 28 aprile 1882 - Casciago (VA), 19 ottobre 1971

Secondogenito di Giovanni Battista Pirelli, dopo aver completato gli studi classici presso il liceo "Giuseppe Parini" di Milano, si iscrive all’Università di Genova, dove si laurea in Giurisprudenza nel 1904. Negli stessi anni, su suggerimento del padre, frequenta anche alcuni corsi del Politecnico di Milano e dell’Università Bocconi, in modo da impadronirsi di nozioni e strumenti dell’economia, della meccanica e della contabilità industriale.
Nel dicembre del 1904 Alberto Pirelli e il fratello maggiore Piero (Milano, 27 gennaio 1881 - 7 agosto 1956) sono nominati cogerenti dall’Assemblea degli azionisti della Pirelli & C., con poteri e responsabilità uguali a quelli del padre. Alla base della decisione di cooptare i figli nella gestione della società c’è l’obiettivo di sfruttare le opportunità di crescita e di espansione internazionale che si stanno prospettando grazie al grande sviluppo a livello mondiale dell’industria della gomma, in particolare nel settore dei cavi elettrici e in quello dei pneumatici. Insieme nell’elaborazione della strategia generale, i due fratelli consolidano ben presto una spartizione precisa dei compiti operativi, che affida a Piero il peso della gestione dell’impresa, della quale nel 1927 ridisegna l’assetto societario, e ad Alberto i rapporti con le istituzioni e gli apparati ministeriali e la gestione delle relazioni internazionali. 

 

L'entrata della piantagione di alberi da caucciù della Pirelli a Giava, 1920 (Fondazione Pirelli).

 
 

A partire dalla rete commerciale
Alberto Pirelli, in stretta unione con il fratello, discreto regista dietro le quinte, è così il protagonista indiscusso della fase di forte espansione internazionale che l’azienda conosce negli anni successivi alla sua nomina ad Amministratore. Conscio delle difficoltà di penetrazione dei mercati esteri, anche a causa della concorrenza delle grandi imprese tedesche e americane, Pirelli si adopera innanzitutto per un rafforzamento della rete commerciale, sostituendo l’originaria organizzazione basata su agenti con la creazione di filiali commerciali, successivamente trasformate in società autonome. Il secondo passo è la costruzione di nuovi impianti produttivi all’estero, obiettivo che Pirelli persegue stringendo una serie di alleanze con imprese locali.
Uno dei primi Paesi su cui l’imprenditore concentra la sua attenzione è la Gran Bretagna, dove nel 1913 conclude una joint venture con la londinese General Electric Co., insieme alla quale vengono costruiti, negli anni successivi, due impianti per la fabbricazione di cavi a Southampton (nel 1913) e a Eastleigh (nel 1927), e uno stabilimento per la produzione di pneumatici a Burton-on-Trent nel 1928. Un altro mercato che ben presto attira le attenzioni dell’imprenditore milanese è quello argentino, Paese dove all’inizio degli anni Dieci il governo ha avviato un vasto piano di elettrificazione. Di fronte alla difficoltà di accedere alle commesse pubbliche a causa dell’influenza esercitata dalla concorrenza tedesca, Pirelli, in società con alcuni imprenditori locali, fonda la Compañía italo-argentina de electricidad, riuscendo ad assicurarsi importanti commesse. I risultati premiano la sua strategia: nel 1917 nasce la società commerciale Pirelli S. A. Platense, e – tre anni più tardi – viene completato un primo stabilimento per la produzione di conduttori elettrici a Buenos Aires. Negli anni successivi segue un secondo stabilimento per la produzione di articoli vari in gomma, e nel 1930 viene eretto, sempre a Buenos Aires, un più vasto e moderno impianto per la produzione di cavi sotterranei e di pneumatici per biciclette.