Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CAPUANO, Maurizio

Cena del vertice societario della Società meridionale di elettricità, Napoli, 1925 (Enel, Archivio storico).

 
 

Strategie industriali
Ai capitali e alle competenze tecniche provenienti dall’estero, Capuano aggiunge la sua ricca rete di relazioni personali; con gli industriali tessili svizzeri, innanzitutto, che dal 1904 ottengono una rappresentanza diretta nel consiglio di amministrazione della Sme nella persona di Roberto Wenner. Capuano svolge poi un analogo ruolo di raccordo con le élites cittadine, che partecipano alla costituzione della Sme con diverse quote azionarie, mentre la presenza della Banca commerciale italiana (con una quota del 20%) conferisce stabilità finanziaria all’impresa fin dagli esordi.
Il concreto avvio del programma idroelettrico costituisce il punto di partenza per la definizione di una coerente strategia industriale della Sme, la cui elaborazione è pienamente ascrivibile a Capuano: questi persegue l’obiettivo di realizzare una forte specializzazione della Sme nel campo della generazione e della grande distribuzione di energia idroelettrica, in grado di garantire il pieno controllo del mercato napoletano e, da questa base, avviare una progressiva espansione nelle altre Regioni meridionali.
Fra il 1907 e il 1910 è realizzato il secondo impianto idroelettrico della Sme, nelle vicinanze di Napoli, e fra il 1908 e il 1912 viene portata a termine la costruzione di una linea di 188 km di lunghezza – che utilizza per la prima volta in Europa una tensione di 88 kV –, da Bolognano a Napoli, per il trasporto dell’energia prodotta dagli impianti sul fiume Pescara fino al capoluogo campano.
Nel 1912 Capuano assume come direttore generale della Sme l’ingegnere Giuseppe Cenzato, destinato a subentrargli alla guida dell’azienda, dopo la sua scomparsa. Due anni dopo completa la riorganizzazione aziendale, articolando la struttura operativa della società in un ristretto vertice decisionale (amministratore delegato e direttore generale), e in cinque autonomi dipartimenti funzionali (Lavori, Esercizio, Approvvigionamenti, Amministrazione, Società filiali).

 

Prestigio personale e sviluppo aziendale
In questi anni la Banca commerciale assume un rilievo crescente nella gestione finanziaria e industriale della Sme: Giuseppe Toeplitz, futuro amministratore delegato della banca, entra nel 1914 nel consiglio di amministrazione della Società meridionale, e tre anni dopo Capuano è nominato consigliere della Comit, incarico che manterrà fino alla morte.
L’ultimo tassello del quadro delle relazioni entro cui si sviluppa l’attività di Capuano è rappresentato dal rapporto con Francesco Saverio Nitti, con il quale avvia una pragmatica collaborazione: questa trova la sua sanzione nella costituzione (nel 1914) della Società lucana per imprese elettriche, con lo scopo di realizzare ed esercire un impianto idroelettrico a Muro Lucano, alimentato da un bacino artificiale da costruire a carico dello Stato. Il gruppo elettrico napoletano è il maggiore azionista della società, che può contare su una prestigiosa platea di azionisti (dalla Banca di sconto alla Edison di Carlo Esterle, alla Sade di Giuseppe Volpi.
L’affermazione personale di Capuano procede parallela allo sviluppo della sua azienda e raggiunge il suo apice nel corso della guerra. Già promotore dell’Associazione fra le società per azioni (1910) e, a Napoli, dell’Unione industriale regionale (1917), viene chiamato a far parte del Consiglio superiore dell’economia nazionale, della Commissione centrale approvvigionamenti, del Comitato centrale per la mobilitazione industriale, della Giunta tecnica combustibili e, in qualità di esperto, a partecipare alla Commissione economica presso la Conferenza di pace di Parigi. Nel dopoguerra diventa presidente dell’Associazione esercenti imprese elettriche ed entra nella giunta esecutiva della Confindustria.
La Sme era arrivata al conflitto con una solida struttura finanziaria e azionaria, arricchitasi, in occasione dei due aumenti di capitale del 1906 e del 1914, di nuove e significative presenze, dalla svizzera Brown-Boveri (attraverso la sua finanziaria Motor), alla Aeg, alla fiorentina Bastogi. A fronte dell’accelerata crescita dei consumi elettrici in questi anni, però, le disponibilità idroelettriche della Sme restano limitate.
All’urgenza di provvedere all’adeguamento della struttura produttiva (la Sme nei suoi primi quindici anni di vita aveva costruito due soli impianti idroelettrici) si accompagna la necessità di migliorare l’efficienza complessiva di questa struttura, per sfruttare il trend di crescita atteso nel dopoguerra e proporsi come operatore elettrico sull’intero territorio meridionale. Lo snodo centrale di tutto il programma è costituito dalla realizzazione del sistema di laghi artificiali e impianti a serbatoio sull’altopiano della Sila in Calabria, dai quali dovranno partire le nuove linee di trasporto a 150 kV verso Napoli e verso la Puglia.