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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

BUONANNO, Francesco

Dépliant pubblicitario che accompagnava le spedizioni di pelli lavorate dalla Concia e manifattura Michele Buonanno fu Gennaro di Solofra, sec. XX inizio (Biblioteca comunale Renato Serra – Centro studi di storia locale, Solofra, AV)

 
 

Per adeguarsi alla guerra
Il controllo della produzione conciaria proclamato dallo Stato in seguito allo scoppio della Prima guerra mondiale viene inizialmente mal sopportato da Buonanno, che cerca di evitarlo protestando la propria diversa specializzazione, non utile per le scarpe militari. Quando però anche la sua azienda, come altre di Solofra, viene dichiarata ausiliaria, Buonanno deve indirizzare in modo preponderante la produzione alle suole e alle tomaie destinate all’approvvigionamento dell’esercito. Proprio durante la guerra avvia la meccanizzazione della fabbrica, la prima nel Mezzogiorno ad abbandonare la produzione manuale. Nel 1916 viene installata una macchina a vapore e vengono messe in funzione altre macchine utensili di fabbricazione tedesca e francese; viene inoltre definitivamente adottato su larga scala il sistema di concia al cromo, che garantisce notevoli miglioramenti del processo produttivo. La diminuzione dei tempi di lavorazione è drastica: solo poche ore al posto delle settimane o dei mesi necessari in precedenza per il trattamento, mentre altrettanto importante è il miglioramento della resistenza del pellame prodotto. Buonanno si trova però a gestire i vantaggi dell’aumento delle potenzialità produttive e della certezza degli sbocchi derivati dalle commesse statali in una situazione difficile per quanto riguarda i divieti e le limitazioni quantitative negli approvvigionamenti delle sostanze concianti; deve inoltre affrontare i problemi derivati dalle requisizioni delle pelli e della lana, importante prodotto aggiuntivo per l’impresa, frutto della prima lavorazione delle pelli ovine.

 

Cartolina pubblicitaria della Concia e manifattura Michele Buonanno fu Gennaro di Solofra, sec. XX inizio (Biblioteca comunale Renato Serra – Centro studi di storia locale, Solofra, AV)

 
 

Non si torna indietro
Al termine della guerra, l’imprenditore riesce a conservare la propria posizione nel sistema conciario meridionale, specializzandosi nella produzione di pelli ovocaprine per fodera di scarpe, richieste dai circa duecento calzaturifici del napoletano. La crescita dell’impresa fino al 1921-1922 è attestata dall’ulteriore ampliamento del parco macchine nel 1920 e testimoniata anche da un accertamento fiscale del 1923, che fissa in 4.000 quintali il peso delle pelli grezze lavorate annualmente, con una produzione di oltre 100.000 pezzi, quasi sette volte quella precedente la meccanizzazione industriale degli impianti.
L’impresa Buonanno mantiene anche negli anni Trenta i livelli produttivi raggiunti con la meccanizzazione del decennio precedente; senza eredi diretti, nella seconda metà degli anni Trenta Buonanno è affiancato nella gestione della conceria dai nipoti. Muore a Solofra nel 1940.

Risorse bibliografiche
Per le notizie sulla tradizione solofrana si veda – tra gli altri – G. D’Ambrosio, La città della concia. Lavorazione del cuoio e stratificazione sociale a Solofra in età moderna e contemporanea (secc. XVII-XIX), in «Bollettino. Associazione per l’archeologia industriale - centro documentazione e ricerca per il Mezzogiorno», n. 26-34, 1992. Sul distretto solofrano attuale esiste una vasta bibliografia; si veda per tutti G. Biondi, Mezzogiorno produttivo. Il modello solofrano, Napoli, Esi, 1984.