Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

DE CECCO, Filippo

Medaglia d’oro ad Amburgo
Le esposizioni internazionali rappresentano una preziosa occasione per consentire all’azienda di uscire dalla limitata realtà abruzzese, affermandosi progressivamente su mercati sempre più ricchi: nel 1894 la De Cecco partecipa con successo alla mostra di Anversa; quattro anni dopo è presente all’Esposizione internazionale di Torino e, sempre nel 1898, ottiene la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di Amburgo. De Cecco rivolge in questi anni un’attenzione specifica alle piazze d’Oltreoceano, dove la comunità degli emigranti italiani cresce di anno in anno garantendo una domanda in espansione. Per curare i contatti con il mercato americano è presente all’Esposizione internazionale di Chicago, nel 1892, e alla fiera di Filadelfia, nel 1898. Negli ultimi anni del XIX secolo il pastificio raggiunge un notevole sviluppo: lo stabilimento conta 30 locali che comprendono il pastificio vero e proprio, il mulino, il magazzino e il punto vendita della pasta. Nel 1905 le macchine del pastificio sono alimentate con l’energia idroelettrica; sul versante della commercializzazione, nel nuovo secolo vengono curati l’immagine e il confezionamento del prodotto e la pasta De Cecco comincia a identificarsi nel volto sorridente della contadina abruzzese con le spighe di grano e il pacchetto azzurro e giallo di pasta in mano.
All’inizio del Novecento risale l’impegno politico di De Cecco quale sindaco di Fara, dal 1905 al 1909: gli obiettivi principali che si propone di raggiungere nel corso del suo mandato appaiono strettamente connessi alla sua attività imprenditoriale e riguardarono in primo luogo il sostegno alle attività produttive presenti sul territorio comunale e il miglioramento delle infrastrutture e delle vie di comunicazione. Nel 1906 è nominato cavaliere del lavoro e nel 1908 è eletto consigliere della Camera di commercio della Provincia di Chieti. Il miglioramento dei trasporti fra l’Abruzzo e il resto della Penisola è una esigenza particolarmente sentita dall’imprenditore, in seguito all’estensione della rete di distribuzione dei prodotti pastari De Cecco a livello nazionale e internazionale, prevalentemente attraverso il porto Napoli. I contatti di De Cecco con il mercato statunitense privilegiano inizialmente la piazza di Filadelfia, attraverso la sede di corrispondenza che fa capo a un conterraneo emigrato. Fino alla Prima guerra mondiale procede l’allargamento della rete di relazioni dirette con altri importatori italo-americani, da Seattle a New York, mentre inizia a interessarsi al mercato sudamericano.
Alla fine del 1914 la ditta individuale è trasformata in Società Cavalier Filippo De Cecco & Figli.

 

Pasta scadente in trincea
Lo scoppio della Prima guerra mondiale colpisce gravemente il mercato nazionale così come la domanda di pasta dal continente americano. Il conflitto comporta soprattutto difficoltà di approvvigionamento del grano adatto alla produzione di pasta e un progressivo aumento del suo prezzo per cui, nonostante una riduzione del dazio all’importazione, il settore delle paste alimentari entra in una fase di crisi profonda. Nel 1915 l’imprenditore abruzzese è obbligato a rifiutare i consistenti ordini provenienti dai suoi committenti d’Oltreoceano e a interrompere ripetutamente, e per lunghi periodi, la produzione. Nel difficile quadro del periodo bellico ben poca cosa sono le commesse che la ditta riesce a ottenere dal Governo nel 1917 per le forniture di pasta all’esercito: la materia prima fornita dall’amministrazione militare è scadente e non adatta alla pastificazione e il prezzo pagato risulta poco remunerativo. A fronte dell’aumento dei costi di produzione, anche il prezzo imposto per la vendita ai privati comporta perdite per l’impresa.