Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

OLIVETTI, Adriano

Enrico Fermi, premio Nobel per la fisica, visita gli stabilimenti Olivetti a Ivrea nel settembre 1949

 
 

Le ultime sfide: l’elettronica e l’acquisizione della Underwood
Nel 1949 il fisico premio Nobel Enrico Fermi, in visita allo stabilimento d’Ivrea, aveva segnalato ad Olivetti le grandi prospettive offerte dal nascente settore elettronico. Nel dicembre dello stesso anno l’azienda aveva concluso  un accordo con la Compagnie des Machines Bull che aveva dato vita ad una joint-venture – la Olivetti-Bull – per la commercializzazione delle macchine a schede perforate, una delle prime applicazioni elettroniche per il trattamento automatico dei dati, prodotte dall’azienda francese Nel 1952 viene aperto a New Canaan nel Connecticut (USA) un centro di ricerca a cui viene affidato il compito di monitorare gli sviluppi della nuova tecnologia, ma è soprattutto a partire dalla metà degli anni Cinquanta che l’attenzione per l’elettronica diventa più concreta. Nel maggio del 1955 viene firmata una convenzione con l’Università di Pisa finalizzata alla progettazione e costruzione di un prototipo di “macchina calcolatrice elettronica”. Olivetti mette a disposizione un contributo finanziario e un certo numero di tecnici, ma nel giro di pochi mesi, pur continuando a collaborare con l’Università, opta per la realizzazione in proprio di un modello di elaboratore elettronico destinato alla commercializzazione. Nel novembre del 1955 viene così costituito un laboratorio di ricerche elettroniche, con sede a Barbaricina (Pisa) e successivamente a Borgolombardo (MI), la cui direzione viene affidata a Mario Tchou, giovane ingegnere elettrotecnico di origini italo-cinesi, proveniente dalla Columbia University di New York. Nel 1957 viene costituita in compartecipazione con la Telettra la SGS (Società Generale Semiconduttori) per lo sviluppo e la produzione di componentistica elettronica, mentre nel 1959 viene costituita formalmente la Divisione Elettronica Olivetti con a capo Roberto Olivetti, il figlio di Adriano. Sempre nel 1959 viene presentato ufficialmente l’Elea 9003, il primo modello commerciale di calcolatore elettronico Olivetti.
Nello stesso anno le energie di Adriano Olivetti sono però attratte da un nuovo ambizioso progetto: l’acquisizione dell’americana Underwood, nome prestigioso dell’industria americana delle macchine per ufficio e il modello a cui il padre Camillo si era ispirato quando nel 1908 aveva avviato la sua iniziativa imprenditoriale, portata a termine nell’ottobre del 1959, dopo una brevissima trattativa. L’acquisizione cambia radicalmente la posizione della Olivetti all’interno del settore delle macchine per ufficio: nel 1959 la Underwoord impiegava circa 10 mila dipendenti (il 43,8% dei quali fuori dagli Stati Uniti) e  aveva un fatturato di 75,4 milioni di dollari, mentre nello stesso anno la Olivetti aveva raggiunto un fatturato di poco superiore agli 80 milioni di dollari e impiegava 26.000 addetti, il 44,2% dei quali fuori dai confini italiani. Non mancano tuttavia gli aspetti negativi dell’operazione, in particolare la sottovalutazione dell’impegno finanziario necessario per risanare l’azienda americana, che si rivela particolarmente oneroso a causa della estrema obsolescenza in cui versano gli impianti. Olivetti muore di emorragia cerebrale nel febbraio 1960, durante un viaggio in treno tra Martigny e Losanna, lasciando l’azienda in gravi condizioni di incertezza. All’inizio del 1963 i costi dell’operazione Underwood, stimati in oltre 100 miliardi di lire, uniti agli ingenti investimenti effettuati nell’elettronica e alle spese sostenute per le iniziative politiche e sociali, spingono l’Olivetti in situazione di profonda crisi finanziaria, ulteriormente aggravata da un calo della domanda sui mercati internazionali. Nel maggio del 1964 un consorzio di salvataggio composto da imprese industriali – Fiat, Pirelli – e istituti finanziari italiani – Mediobanca, IMI e La Centrale – interviene acquisendo il 25% del capitale azionario del gruppo, e sostituendo nel controllo effettivo dell’azienda la famiglia Olivetti.

 

Risorse archivistiche e bibliografiche

Per la ricostruzione di un profilo biografico si vedano i documenti conservati presso l’Archivio storico Olivetti di Ivrea, in particolare i fondi Camillo Olivetti e Adriano Olivetti, e il volume V. Ochetto, Adriano Olivetti. La biografia, Roma, Edizioni di Comunità, 2013 (Ia edizione Milano, Mondadori, 1985). Si segnala anche la raccolta di scritti e discorsi dello stesso Adriano Olivetti, Città dell’uomo, Torino, Einaudi, 2001.