Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

MANGILI, Cesare

Meno efficace si dimostra la sua capacità di anticipare l’andamento dell’economia italiana, in particolare di riconoscere i rischi connessi agli squilibri causati dall’aumento degli investimenti sulla capacità produttiva di molti settori in rapporto alla dimensione del mercato interno. Si mette in luce ad esempio come uno dei principali sostenitori di una politica espansiva dei finanziamenti alle imprese siderurgiche, finalizzata proprio a forzare l’aumento degli investimenti. Tale politica si dimostra tuttavia fallimentare, contribuendo alla grave crisi del settore scoppiata nel 1911, risolta solo grazie ad un’operazione di salvataggio organizzata dalla Banca d’Italia.
Di grande importanza si rivela inoltre la strategia di espansione all’estero della Banca commerciale, da lui promossa e sostenuta fin dal 1906 sia per cogliere le opportunità di reddito offerte da alcuni flussi commerciali e migratori, in particolare quelli verso il Sudamerica, sia per elevare e consolidare lo standing dell'istituto sulle piazze finanziarie internazionali. Per suo impulso diretto vengono costituite Banque française et italienne pour l'Amérique du Sud (Sudameris), di cui sarà vicepresidente dal 1911 al 1917, e la filiale di Londra della Banca commerciale nel 1910-11, le prime basi di quella che diverrà l'estesa rete estera dell'istituto, destinata a essere sviluppata soprattutto nei primi anni Venti dal nuovo amministratore delegato Toeplitz. 
 
Gli attacchi della stampa nazionalista e le dimissioni
Negli stessi anni in cui ricopre la presidenza della Banca commerciale Mangili entra nei consigli di amministrazione della Società italiana per i prodotti chimici e coloniali Candiani Girardi e Berni (presidente), della Società commissionaria di esportazioni (presidente), della Fondiaria incendi di Firenze (vicepresidente), della Società del linoleum (vicepresidente), della Società italiana dei cementi e delle calci idrauliche di Bergamo (vicepresidente), della Società generale Edison e della AEG Thomson Houston.  In seguito all’entrata in guerra dell’Italia nel maggio del 1915 viene fatto oggetto, insieme al resto del gruppo dirigente della Banca commerciale, di una feroce campagna di stampa che mette sotto accusa l’istituto per i suoi legami con la finanza tedesca che pure si erano notevolmente allentati negli anni precedenti la guerra. A ciò si aggiungono poi le accuse personali, alimentate dalla scoperta da parte delle autorità doganali di merce proveniente dall'Austria e dalla Germania nei depositi della ditta di spedizioni di famiglia. Di fronte agli attacchi sempre più violenti degli ambienti nazionalisti, Mangili sceglie di rassegnare le dimissioni dalla presidenza della Banca commerciale il 25 marzo 1916, insieme a quelle dei due fondatori Joel e Weil. Muore a Milano nel giugno dell’anno successivo.

 


Risorse archivistiche e bibliografiche
Oltre alla scheda di G. Piluso, Mangili Cesare, in Dizionario Biografico degli Italiani, 69, 2007, si vedano i documenti conservati presso l’Archivio storico Intesa San Paolo, Banca commerciale italiana, in particolare il Dossier Mangili all’interno della serie Presidenza e Consiglio di amministrazione. Sulla crisi del 1907 e il ruolo giocato da Mangili si può vedere F. Bonelli, La crisi del 1907. Una tappa dello sviluppo industriale in Italia, Torino 1971. Sullo sviluppo della Banca commerciale negli anni della presidenza Mangili: A. Confalonieri, Banca e industria in Italia (1894-1906), III. L'esperienza della Banca commerciale italiana, Milano 1976; G. Piluso, Le banche miste in Sud America: organizzazioni, strategie, mercati (1905-1921), in «Archivi e imprese», 13, 1996.