Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

MOTTA, Giacinto

Giacinto Motta.

 
 

Mortara (PV), 5 aprile 1870 - Orta Novarese (NO), 12 dicembre 1943

Figlio secondogenito di un piccolo commerciante, nel 1889, dopo aver ottenuto il diploma di perito agrimensore, s’iscrive alla Scuola superiore navale di Genova, ma lascia l’istituto l’anno successivo e si trasferisce a Milano, dove frequenta il corso di Ingegneria elettrotecnica del Politecnico. Subito dopo la laurea, conseguita nel settembre del 1894, diventa assistente incaricato presso la cattedra di Misure elettriche dello stesso Politecnico. All’attività di docente universitario Motta affianca fin da subito quella di libero professionista, svolta in veste di consulente e progettista per le imprese attive nel settore elettrico. La libera professione permette a Motta di vivere in prima persona l’impetuoso processo di elettrificazione che interessa l’Italia tra l’inizio del secolo e lo scoppio della Prima guerra mondiale; alcuni progetti realizzati in questi anni finiscono per farlo conoscere a un pubblico più vasto rispetto alla ristretta cerchia degli addetti ai lavori: l’elettrificazione delle tipografie del «Corriere della Sera», la revisione degli impianti elettrici del Teatro alla Scala e soprattutto la progettazione e la costruzione dell’impianto idroelettrico di Grossotto per conto del Comune di Milano. Quest’ultimo incarico, in particolare, lo occupa per diversi anni, dal 1904 al 1910, e lo segnala definitivamente come uno dei maggiori tecnici italiani del settore elettrico: l’impianto progettato da Motta è in grado di inviare verso il capoluogo lombardo l’energia prodotta sfruttando le acque dell’alto corso dell’Adda grazie ad un elettrodotto lungo 150 km.

 

L’Unione telefonica italiana
All’attività professionale nell’ambito dell’industria elettrica Motta affianca fin dagli ultimi anni dell’Ottocento l’interesse per un altro settore industriale in forte espansione: la telefonia. Nel 1897 avvia una stretta collaborazione con la Società telefonica per l’Alta Italia, azienda che gestisce in concessione il servizio telefonico a Milano. Il suo lavoro per l’impresa è fra i più importanti realizzati fino ad allora in Italia: tra il 1897 e il 1898 progetta ed esegue la posa sperimentale di cavi telefonici sotterranei a circolazione di aria secca, soluzione tecnica che permette di ovviare ai molteplici problemi posti dai cavi aerei allora utilizzati. Nel 1900 viene assunto come consulente dalla Unione telefonica lombarda, una delle principali imprese del settore, per avviare la trasformazione della rete dell’azienda da aerea a sotterranea (e nei primi mesi del 1903 accetterà l’offerta di diventare il direttore dell’azienda). Una sorta di definitiva investitura pubblica per il lavoro svolto in questo secondo settore industriale arriva inoltre nel 1901, con la richiesta da parte dell’editore milanese Ulrico Hoepli di scrivere un manuale tecnico sulla telefonia. Il volume, pubblicato nel 1904, ottiene un discreto successo e ne viene fatta persino un’edizione in lingua inglese per il mercato americano. In veste di Direttore dell’Unione telefonica lombarda, Motta dà un contributo decisivo alla crescita dell’azienda e alla sua affermazione in tutte le città nelle quali opera – Brescia, Busto Arsizio, Gallarate, Varese, Pallanza e altre –, oltre che nel servizio interurbano fra tali centri e Milano.