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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

SOPRANI, Paolo

Paolo Soprani.

 
 

Recanati (MC), 20 ottobre 1844 - Castelfidardo (AN), 20 febbraio 1918

Paolo Soprani è ricordato come il fondatore dell’industria della fisarmonica in Italia. Leggenda vuole che nel 1863 abbia ricevuto in dono un accordeon da un pellegrino austriaco in visita al santuario mariano di Loreto, ospitato nel casolare della sua famiglia nella vicina vallata del fiume Musone. Dopo avere studiato lo strumento con cura, Soprani si affida ad alcuni artigiani locali per apportarvi delle migliorie tecniche, in particolare al mantice e alla tastiera, e infine ne intraprende la fabbricazione industriale con l’aiuto dei suoi due fratelli, Settimio e Pasquale.
Al primo modesto opificio, ricavato nell’abitazione di famiglia, qualche anno dopo segue un secondo opificio, di dimensioni solo lievemente maggiori. Qui Soprani resta fino al 1872, quando la consistente domanda di armonici proveniente dal mercato devozionale lauretano lo spinge a trasferirsi nei più capienti locali di palazzo Gentili, nel centro di Castelfidardo. Il suo esempio viene presto imitato da altri artigiani, per lo più suoi ex lavoranti, che diventano a loro volta costruttori di fisarmoniche.
Del 1874 è la notizia della prima esportazione di armonici (in Grecia) effettuata dalla ditta Soprani e, con essa, dall’industria marchigiana degli strumenti musicali. Proprio i mercati esteri rivestono un ruolo determinante nell’impetuoso sviluppo che il settore conosce prima negli anni Ottanta dell'Ottocento, e poi in età giolittiana. Queste due fasi espansive sono separate da un periodo di crisi, legato soprattutto alla concorrenza delle imprese tedesche e austro-ungariche, largamente meccanizzate, dunque capaci di produrre a costi ridotti e di vendere a prezzi contenuti.

 

L’Esposizione di Parigi
Le difficoltà avvertite negli anni Novanta si attenuano già al volgere del secolo, come confermano i dati sull’occupazione che, negli opifici di Castelfidardo e dei comuni vicini, torna ad aumentare sensibilmente. La crisi sortisce peraltro un importante effetto di stimolo, spingendo Soprani – aiutato in questa fase dai due figli, Achille e Luigi – a modernizzare il processo produttivo con l’adozione delle prime macchine elettriche per la realizzazione delle “voci”.I progressi tecnologici maturati a cavallo del XX secolo trovano conferma nel successo che Soprani consegue alla Esposizione internazionale di Parigi nel 1900 e partecipano a una più generale riorganizzazione dell’impresa, segnata dall’apertura di un nuovo stabilimento, sempre a Castelfidardo, e dalla esternalizzazione di molte delle fasi produttive, affidate a un indotto sempre più densamente abitato da ditte locali di piccole o piccolissime dimensioni. Ciò spiega come mai il censimento industriale del 1911 annoti, per la Paolo Soprani, una manodopera di appena 24 addetti, pari a un quinto – o probabilmente anche meno – di quella impiegata alla fine dell’Ottocento. Al termine dell’età giolittiana la produzione annua raggiunge i 5.000 pezzi, 2.000 dei quali vengono distribuiti in tutto il mondo e sono pari a un settimo del totale delle esportazioni italiane di fisarmoniche. Il principale mercato estero è quello degli Stati Uniti, che da solo assorbe la metà delle vendite internazionali della ditta fidardense.