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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

COTTRAU, Alfredo

Alfredo Cottrau.

 
 

Napoli, 26 settembre 1839 - Napoli, 23 maggio 1898

Discendente, per il ramo paterno, da una famiglia originaria di Saverne, in Alsazia, e cadetta dei baroni Cottrau o Cottreau di Friburgo e, per il ramo materno, dalla famiglia di Domenico Cirillo, medico e botanico, patriota e martire della Repubblica napoletana del 1779.
Dell’adolescenza e della formazione del giovane Cottrau si hanno poche notizie attendibili. Rimasto orfano di padre nel 1847, dal 1849 al 1855 studia nel Collegio di marina di Tolone e, dopo un viaggio d’istruzione sul brigantino a vela Belem (1855-56), ritorna a Napoli, dove è apprendista, poi operaio aggiustatore e montatore nelle officine meccaniche Guppy Pattison & C. Sfornito di un regolare curriculum di studi secondari e superiori, Cottrau ha però un’ampia formazione tecnico-pratica: anche il servizio prestato come allievo ingegnere presso la ditta parigina E. Goüin et C.ie, specializzata nella costruzione di ponti e tettoie metalliche, conferma il carattere eminentemente empirico della sua preparazione meccanica. Ritornato in Italia dopo un secondo soggiorno francese di due anni (1858 e 1859), vince un concorso nel Genio civile e all’inizio del 1861 è assegnato quale ingegnere al Commissariato generale straordinario delle ferrovie da Napoli all’Adriatico. Trasferito da Napoli a Torino nella segreteria del Ministro dei lavori pubblici, dirige i lavori per il traforo del Moncenisio e presenta i primi studi sulle travate metalliche. Su suggerimento di Severino Grattoni, uno dei progettisti del traforo, abbandona l’impiego statale e passa, nel luglio del 1863, alle dipendenze della Società italiana per le strade ferrate meridionali con la qualifica di ingegnere-aiutante.

 

Un grande tecnico di ferro
Le Meridionali sembrano garantire a Cottrau prospettive di carriera e di guadagno più allettanti che non il Genio civile, e le ardite costruzioni di ponti in ferro, nelle quali la Società si sta cimentando in Italia, offrono spazio e stimoli alla sua competenza e alle sue capacità. La progettazione del ponte a due piani sul Po a Mezzanacorti (1865) impone Cottrau all’attenzione degli ambienti scientifici e accademici, non solo italiani. Nel 1865 disegna la grande tettoia della stazione centrale di Napoli, la cui esecuzione è affidata alla ditta belga Finet Charles et C.ie. Le notevoli spese e le difficoltà di trasporto delle capriate importate dal Belgio e le prospettive offerte dal mercato italiano spingono i fratelli Finet a fondare nel 1870 a Castellammare di Stabia (Napoli) una officina per il trattamento del ferro di prima lavorazione, affidandone la direzione a Cottrau. Questa data segna il suo ingresso nel mondo propriamente industriale, dove tuttavia la sua presenza si caratterizza prevalentemente come quella di un tecnico e manager di fiducia di grandi finanzieri, noto per le sua doti di progettista, l’esperienza di direttore di lavori, nonché le aderenze acquisite negli ambienti delle grandi compagnie ferroviarie.
In effetti, quando nel marzo del 1873 è costituita a Roma una regolare anonima sotto il titolo di Impresa industriale italiana di costruzioni metalliche, Cottrau non è neppure presente e la sua quota di partecipazione azionaria è relativamente modesta.
L’iniziativa è resa possibile dall’apporto rilevante del capitale belga, della ditta Finet Charles et C.ie. e del conte Eduard Cahen, originario di Anversa, ma residente a Napoli. Accanto alla quota belga, figurano i nomi illustri della finanza italiana del tempo: la Società generale napoletana di credito e costruzioni; la Banca napoletana; Francesco Brioschi e la Banca di costruzioni di Milano; Antonio Allievi e la Banca generale di Roma, cui più tardi si affianca anche Eugenio Cantoni.