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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CAPUANO, Maurizio

Maurizio Capuano, Napoli 1925 (Enel, Archivio storico).

 
 

Napoli, 5 marzo 1865 - Napoli, 12 agosto 1925

Nasce a Napoli in una famiglia eminente degli ambienti borghesi, delle professioni e degli affari: il padre Edoardo è avvocato e la madre, Tullia Schlaepfer, proviene da una dinastia di imprenditori tessili svizzeri immigrati. Capuano è avviato agli studi di giurisprudenza, ma la sua carriera si indirizza rapidamente verso la neonata industria elettrica, il cui primo sviluppo a Napoli – come in tutto il Mezzogiorno – sarà quasi interamente legato alla sua opera.
Capuano inizia in realtà a lavorare come impiegato della Società del gas di Napoli. L’appalto per la produzione e la distribuzione del gas per l’illuminazione pubblica e privata nella città partenopea era stato assegnato nel 1862 alla neonata Compagnia napolitana d’illuminazione e scaldamento col gas, emanazione della casa francese Parent, Shaken & C. Quando, dopo molte titubanze, all’inizio degli anni Novanta la Compagnia decide di abbandonare lo scetticismo di fronte alle nuove tecnologie elettriche, è dalla Svizzera che giungono, nel 1893, i capitali necessari all’acquisizione e al rifinanziamento della Società generale per l’illuminazione (Sgi), già operante a Napoli da qualche anno. All’affare partecipano diversi istituti finanziari svizzeri, tutti già attivi sul mercato finanziario italiano, con investimenti in titoli di stato o in imprese ferroviarie, nonché la Compagnie genevoise pour l’industrie du gaz: Capuano entra così nel nuovo Consiglio di amministrazione della Sgi, come rappresentante personale di Edmond Aubert della Compagnie genevoise, e viene subito nominato Amministratore delegato. Privo di una specifica preparazione tecnica, nella sua attività di imprenditore porta fin dall’inizio una singolare capacità di intrecciare una fitta rete di relazioni e rapporti personali, economici, finanziari, istituzionali, evidente in questa fase che vede la sostituzione degli investimenti francesi con quelli svizzeri in uno dei settori più avanzati dell’industrializzazione, quello elettrico.

 

La luce di Napoli
La Sgi, forte dei nuovi stretti rapporti con il Comune di Napoli, conosce un periodo di costante crescita, aperto con la stipula del contratto con il Comune per l’illuminazione elettrica del capoluogo campano nel 1894. Nel 1896 viene definito il contratto per la fornitura di energia elettrica alla Società dei tramways napoletani. Nel 1897, infine, la Sgi ottiene la concessione gratuita di un suolo dove costruire la nuova centrale di produzione termoelettrica.
Alla guida della Sgi, Capuano compie un rapido apprendistato imprenditoriale e quando, alla fine del secolo, le maggiori istituzioni finanziarie ginevrine avviano una riorganizzazione degli strumenti e delle forme di intervento nel campo elettrico, è ancora all’avvocato napoletano che affidano l’ulteriore sviluppo della loro iniziativa in Campania, con la costituzione nel 1899 della Società meridionale di elettricità (Sme), di cui Capuano è nominato Amministratore delegato.
All’inizio le scelte di Capuano e della Sme sono condizionate dalle depresse condizioni della Regione e, per allargare il mercato al di là delle utenze pubbliche cittadine (illuminazione e trasporto), la società si orienta alle utenze industriali: la decisione di realizzare il primo impianto idroelettrico su un piccolo corso d’acqua a Sud di Salerno (ben lontano da Napoli), è quindi dettata da motivazioni tecniche, per le agevoli condizioni costruttive, e commerciali: la nuova energia disponibile è destinata, più che al capoluogo campano, alle manifatture tessili salernitane (controllate ormai quasi totalmente dai Wenner) e agli industriali pastai di Torre Annunziata.