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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

DONEGANI, Guido

Guido Donegani.

 
 

Livorno, 26 marzo 1877 - Bordighera (IM), 16 aprile 1947

La famiglia Donegani faceva parte dell’élite imprenditoriale livornese ed era impegnata dalla metà dell'Ottocento in una attività di esportazione e importazione legata al trasporto marittimo.
Il giovane Guido Donegani si laurea in Ingegneria industriale a Torino nel 1901. Dopo una breve esperienza lavorativa presso i cantieri genovesi dell’Ansaldo, nel 1903 viene assunto dalla Società anonima delle miniere di Montecatini: la ditta di famiglia era uno dei principali azionisti della società, come testimoniato dalla presenza – dal 1899 – del padre e dello zio, Giulio Donegani, nel consiglio d’amministrazione.
La Montecatini era stata fondata a Firenze il 26 marzo 1888 da possidenti e uomini d’affari italiani e stranieri per sfruttare le miniere di rame di Montecatini in Val di Cecina, nella Maremma toscana. Nel 1908 avvia a Boccheggiano, un’altra località della Maremma, lo sfruttamento di un giacimento di pirite.
La pirite è una materia prima fondamentale per l’acido solforico, prodotto chiave della chimica per l’agricoltura, uno dei settori industriali più promettenti del Paese.
Nel 1910, alla morte del padre, Guido Donegani entra nel consiglio d’amministrazione della Montecatini e viene nominato amministratore delegato, portando a termine nello stesso anno l’assorbimento dell’Unione piriti, il maggiore produttore italiano.

 

La svolta della Montecatini
Grazie a una serie di misure che segnano una svolta nella vita dell’impresa, come la riorganizzazione e il potenziamento impiantistico, la modifica dell’organizzazione del lavoro, la ristrutturazione della rete commerciale, Donegani ottiene risultati immediati sul piano economico e su quello produttivo, facendo registrare, fra il 1911 e il 1914, il raddoppio del volume e del valore della produzione. La difficoltà di collocare sul mercato gli elevati quantitativi di materie prime prodotti, induce Donegani a progettare l’integrazione verticale dell’impresa verso la produzione di perfosfati, un settore cresciuto caoticamente in Italia dall’inizio del secolo, periodicamente afflitto da crisi di sovrapproduzione e, tuttavia, di grande interesse dato il peso decisivo dell’agricoltura nell’economia del Paese.
Il disegno di integrazione nel settore chimico si concretizza nel 1920 con l’acquisizioni delle due maggiori società produttrici di perfosfati, l’Unione concimi, con sede a Milano, che controlla un gruppo di 16 ditte operanti nell’Italia settentrionale, e la Colla e concimi di Roma, che svolge la sua attività nel Centro-Sud.