Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CALIA, Vincenzo Liborio

Matera, 8 gennaio 1926 - Matera, 8 dicembre 1998

Figlio di un artigiano, consegue la licenza elementare e inizia l’apprendistato presso un falegname per poi aprire, all’età di 18 anni, la propria bottega.
Matera, dal 1927 capoluogo di una nuova Provincia comprendente i comuni della parte orientale della Basilicata, era cresciuta esasperando i suoi caratteri di “città doppia”: da un lato, la “città dei Sassi”, degradata e densamente popolata; dall’altro, la “città del piano”, residenza della borghesia terriera e sede di alcune strutture industriali (molini e pastifici di origine ottocentesca, fabbriche di laterizi), che, per adeguarsi alle nuove funzioni urbane, aveva accolto edifici pubblici e moderne abitazioni per il ceto impiegatizio. L’attività di Calia, maestro falegname, si volge negli anni Quaranta a soddisfare una domanda composita di mobilio per una clientela di origine contadina o piccolo-borghese recentemente inurbata, attenta in particolare alla qualità dell’arredamento in occasione dei matrimoni. A partire dagli anni Cinquanta, grazie alla domanda delle imprese di costruzione locali, Calia specializza la produzione della piccola falegnameria negli infissi per abitazione. Nei primi anni Sessanta coglie l’opportunità di operare per gli allestimenti fieristici e di negozi. Una delle prime esperienze, nel 1962, è la costruzione del padiglione italiano per la Fiera di Mogadiscio, che dischiude alla ditta nuovi orizzonti e permette a Calia di avviare una nuova falegnameria con dieci dipendenti.

 

Dal legno ai divani
In quegli anni, un altro artigiano materano, Pasquale Natuzzi, inizia la produzione di divani, commissionando ad altre falegnamerie parte dei fusti in legno che compongono la struttura del mobile. Alla metà degli anni Sessanta Calia è fornitore di Natuzzi per i componenti in legno, ma dà forma al progetto di costituire un’impresa per la produzione di divani in proprio: accanto alla falegnameria forma nel 1967 una nuova società con un giovane falegname, Giuseppe Nicoletti.
La vicenda imprenditoriale di Calia si intreccia, dunque, con i processi di genesi del distretto del salotto, localizzato nell’area murgiana (Matera, Altamura, Santeramo), che diventerà una delle principali concentrazioni produttive mondiali nel settore dei mobili imbottiti.
L’impresa Calia & Nicoletti mantiene per un decennio caratteri artigianali: il maestro falegname progetta i modelli dei salotti, addestra gli apprendisti, segue tutte le fasi della lavorazione e cura la commercializzazione. Il principale mercato di riferimento, come per le poche imprese del comparto operanti nella zona (Natuzzi a Matera e, poi, a Santeramo; l’Alpa Salotti e la Tiesse, nella vicina cittadina pugliese di Altamura), è quello dell’Italia meridionale. Si tratta di un mercato relativamente “povero”, ma esigente, formato soprattutto da famiglie ex-contadine – spesso con alle spalle storie di emigrazione –, che attribuiscono ai mobili un valore di status e di benessere economico.
Questa clientela impone a Calia uno sforzo sul versante della compressione dei costi di produzione per mantenere bassi i prezzi di vendita, e insieme una cura particolare nella scelta e nell’utilizzo dei materiali: i rivestimenti dei divani prodotti da Calia sono tutti di tessuto, ma variati e originali, perché il carattere finale del prodotto non deve apparire troppo modesto.
La domanda locale non è trainante sul piano quantitativo, ma contribuisce a determinare i caratteri del prodotto (prezzi accessibili, cura artigianale, materiali non pregiati) che consentiranno la successiva espansione dell’impresa.