Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CINI, Vittorio

Vittorio Cini in compagnia dello storico dell'arte americano Bernard Berenson, 1950 ca (Fondazione Giorgio Cini, Istituto di storia dell'arte, Archivio fotografico)

 
 

Ferrara, 20 febbraio 1885 - Venezia, 18 settembre 1977

Figlio di Giorgio, imprenditore nel settore delle costruzioni, dopo aver completato la scuola secondaria intraprende un viaggio di istruzione, soggiornando dapprima in Svizzera, dove si applica agli studi commerciali a St. Gallen, e poi a Londra, per svolgere attività di pratica bancaria. Ritornato in Italia nel 1905, comincia a lavorare nell'impresa paterna, specializzata nelle costruzioni infrastrutturali (stradali, ferroviarie, fluviali e marittime), e nella gestione di servizi collaterali in esercizio diretto: dall'estrazione di materie prime alla fornitura e al trasporto con mezzi propri, dal deposito in magazzini e cantieri alla riparazione in officine e impianti. Nel 1910 assume la direzione dell'impresa, dando vita nello stesso tempo a una società collegata a proprio nome, con sede a Chioggia, con cui riesce a qualificarsi in importanti gare d'appalto per interventi nel porto di Chioggia (1910 e 1912) e in quello di Genova (1912).

Durante la prima guerra mondiale si arruola volontario quale ufficiale di cavalleria.

Alla morte del padre, nel 1917, eredita l'impresa e avvia una profonda ristrutturazione, anche finanziaria, che comporta nel corso del 1918-1919 una serie di smobilizzi e reinvestimenti che privilegiano il settore marittimo-armatoriale. Promuove quindi la fondazione di alcune imprese di navigazione (la Società Vittorio Cini e C., nel 1918, a Palermo; la Società italiana di armamento e navigazione, nel 1919, a Roma; la Società commercio e navigazione Adriatico-Mar Nero, nel 1921, a Venezia), mentre partecipa come amministratore ad altre società di navigazione e di assicurazione marittima (il Lloyd adriatico, dal 1918, a Venezia; il Lloyd mediterraneo e il Lloyd siciliano, dal 1921, a Roma; la Società italiana di riassicurazioni marittime, a Venezia e le Assicurazioni generali, dal 1922, a Trieste).

Su questa base decolla la sua attività di finanziere e amministratore ai vertici di numerose società del settore: la sua presenza si estende a cavallo degli anni Venti e Trenta, abbracciando la navigazione interna (Consorzio veneziano di armamento e navigazione; Società S. Marco, 1921; Società di navigazione libera triestina, 1925; Società italiana di navigazione interna, 1925, Lloyd triestino, 1927; Società di navigazione Cosulich, 1928, a Trieste; Società veneziana di navigazione a vapore, 1930) e le attività collegate, come la cantieristica (Cantieri navali e acciaierie di Venezia, 1924; Cantieri riuniti dell'Adriatico, 1930, a Trieste).

 

Il conte Vittorio Cini assieme al regista Roberto Rossellini, presso l'Isola di San Giorgio, dirimpetto alla riva di Piazza S. Marco, Venezia 1960 ca (Fondazione Giorgio Cini, Istituto di storia dell'arte, Archivio fotografico)

 
 

L'attivismo di Cini in questi anni si fonda inoltre sul solido legame sviluppato con il cosiddetto “gruppo veneziano” che fa capo a Giuseppe Volpi; dal 1920 infatti, in nome e per conto del “gruppo”, egli estende la sua presenza in molteplici settori, che offrono occasioni per partecipazioni incrociate a livello orizzontale e verticale: già nel 1921 è nominato commissario straordinario dell'Ilva altiforni e acciaierie d'Italia, per procedere al risanamento del complesso siderurgico; interviene poi negli insediamenti nella zona industriale di Marghera (consigliere della Società porto industriale di Venezia nel 1924, poi presidente dal 1931 al 1935; della Distillazione italiana combustibili s.a., di Venezia, poi presidente dal 1931 al 1934) e nel settore elettrico (consigliere della Società adriatica di elettricità – Sade - dal 1924, della Società nazionale per lo sviluppo delle imprese elettriche di Milano, e della European Electric Corporation Ltd di Montreal), nella gestione degli acquedotti (presidente dal 1929 al 1933 della Compagnia generale acquedotti d'Italia, Roma) all'attività tessile (Cotonificio veneziano), nei trasporti (oltre alla navigazione, nella Società veneta per costruzione ed esercizio di ferrovie secondarie italiane di Padova e nella Compagnie internationale des wagons-lits di Bruxelles), nelle comunicazioni radiotelefoniche (Società telefonica delle Venezie, Società industrie elettriche telefoniche di Roma, Società italiana per le radio comunicazioni circolari Radiofono di Roma), nel settore siderurgico-meccanico (oltre all'Ilva, nelle Officine di Battaglia, Padova, nelle Officine meccaniche italiane di Reggio Emilia, negli Altiforni e acciaierie Venezia Giulia di Trieste, nella Società anonima di miniere ed altiforni Elba, e nelle Officine Galileo di Firenze), fino al turismo (Compagnia italiana grandi alberghi di Venezia).

Iscrittosi al Partito nazionale fascista (Pnf) nel 1926, Cini gode di un crescente credito anche presso i vertici politici del regime: è lo stesso Mussolini a nominarlo nel 1927 "fiduciario del governo" per lo studio e le proposte di provvedimenti concernenti la risistemazione dell'economia agricola nella provincia di Ferrara. Anche in questo settore si estende l'attività dell'imprenditore attraverso il controllo di numerose aziende e società agrarie, nell'arco degli anni Venti e Trenta, in Veneto, nel Polesine, a Roma e nelle colonie, dove interviene nella gestione di progetti di bonifica e trasformazione degli assetti fondiari.

La portata della multiforme attività di Cini è misurata dalla sua presenza ai vertici amministrativi e finanziari di ben 29 società come presidente o consigliere nel 1930-1931.

Nel 1932 la Compagnia adriatica di navigazione (con sede a Venezia), sorta dalla fusione di sei società di navigazione, sotto la presidenza di Cini assume praticamente il controllo dei transiti nell'Adriatico, e quindi nel Mediterraneo orientale e verso l'Oriente, in unione con altre società di navigazione collegate.