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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

Aurum

Manifesto pubblicitario del liquore prodotto dalla distilleria Aurum di Pescara, ventesimo secolo (Archivio di Stato di Pescara, Archivio storico Comune di Pescara).

 
 

La Società anonima distilleria dell’Aurum nasce a Roma nel 1923, anche se la creazione del prodotto di punta dell’azienda, il liquore Aurum, si deve far risalire al 1914. L’iniziativa imprenditoriale è promossa dai fratelli Pomilio, originari di Chieti, e in particolare da Amedeo Pomilio il quale, dopo essersi laureato in Scienze economiche in Svizzera, torna in Abruzzo e si appassiona all’arte della manipolazione delle erbe per la realizzazione di distillati alcolici. Alla nascita della società, oltre ad Amedeo, partecipano anche i fratelli Ernesto, Ottorino e Umberto, il cognato Silvio Brunelli, Umberto Brunelli, oltre a Luigi Gasparini e a Giulio Consiglio, napoletano e compagno di studi di Amedeo Pomilio.

Nel liberty del Kursaal
Nel 1919 gli impianti sono installati nel rione Pineta, nel fabbricato che aveva ospitato il Kursaal di Pescara, un edificio liberty a due passi dal mare, destinato originariamente a luogo di ritrovo dei pescaresi, di proprietà di Michele Clerico. I liquori sono realizzati con il procedimento della distillazione sottovuoto; si tratta di rosolii: l’Aurum, la Cerasella di Fra’ Ginepro e la Mentuccia di San Silvestro.
I primi passi dell’azienda non sono facili, l’attività stenta a decollare a causa della carenze di capitali; nonostante ciò Amedeo Pomilio punta sulla comunicazione e realizza moderne e raffinate campagne pubblicitarie destinate a un pubblico medio-alto, che affida ad artisti famosi come Marcello Dudovich. I buoni risultati arrivano e l’azienda comincia a far concorrenza ai marchi più in voga all’epoca, con i quali compete anche sui mercati di esportazione.
Nei primi anni Venti la fabbrica è dotata di un impianto completo composto da una cantina, in grado di produrre 500 ettolitri di vino l’anno, e da un’area coperta costruita per ospitare i macchinari per la distillazione dei liquori. In questo periodo la manodopera impiegata stabilmente nell’impianto oscilla tra le 15 e le 25 persone, fino diventare 50 o 60, di cui la maggior parte donne, nei mesi di maggiore disponibilità della frutta. Negli anni del Fascismo si assiste a una riduzione dei consumi dei beni di lusso e le difficoltà del mercato si ripercuotono sull’azienda; nel 1927 il capitale sociale, originariamente costituito da un milione di lire, si riduce a 760.000, anche se la distilleria fattura circa 5 milioni di lire per la sola vendita di liquori, ai quali si deve aggiungere la commercializzazione di vini, marmellate e sciroppi.
 

 

Planimetria stabilimento Aurum, Pescara, 1938 (Archivio di Stato di Pescara, Archivio storico Comune di Pescara).